Storia di Virginia romana

Sandro Botticelli

Virginia è una vergine plebea promessa in matrimonio al tribuno della plebe Lucio Icilio. Il
decemviro Appio Claudio, invaghito della fanciulla, tenta di sedurla con ogni mezzo, ma senza
successo. Decide quindi di ordire una congiura, approfittando dell’assenza da Roma del padre
di lei, Virginio.
Seguiamo la vicenda nel dipinto: mentre Virginia si reca al foro con le sue compagne, un
complice di Appio Claudio la reclama pubblicamente come sua schiava e le ordina di seguirlo.
Di fronte alle proteste della ragazza e della folla accorsa, cita Virginia in giudizio. Si
presentano quindi tutti in tribunale al cospetto dello stesso Appio Claudio (in alto al centro),
colui che aveva tessuto il complotto. Appio Claudio, intimorito dalle minacce avanzate dal
Lucio Icilio, concede però alla ragazza di tornare nella propria dimora e sospende la decisione
fino al giorno seguente, per dare la possibilità a Virginio di presenziare al processo. Questi
rientra precipitosamente a Roma e si presenta in tribunale con la figlia: proclama tutto il suo
sdegno per l’ingiustizia causata dalla bramosia di Appio Claudio. Quest’ultimo, accecato dal
desiderio, decide ugualmente di assegnare la ragazza al suo complice in temporanea schiavitù.
Virginio, sconfitto dalla mancata giustizia, fingendo di congedarsi dalla figlia, estrae un
coltello e la uccide per evitare che il suo onore sia profanato. La vicenda si conclude con la
rivolta della folla sobillata da Virginio e Icilio (in basso al centro), che porta alla fuga del
tiranno Appio Claudio, al rovesciamento del decemvirato e al ripristino del tribunato della
plebe.

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